L’ex numero 1 del mondo nel tennis, Simona Halep, è stata squalificata per 4 anni a causa di un doping al Roxadustat.
L’ex numero 1 del mondo nel tennis, Simona Halep, è stata colpita da una squalifica di quattro anni a seguito di una doppia violazione delle regole anti doping. Questa decisione ha scosso il mondo del tennis, portando alla luce questioni riguardanti l’integrità dello sport.
La positività al Roxadustat
Nell’ottobre 2022, durante gli US Open, Halep è risultata positiva al Roxadustat, un potente antianemico noto per stimolare la produzione di globuli rossi. Questa sostanza, brevettata in Cina e approvata per uso medico nel 2021, è stata rapidamente messa al bando dall’Agenzia mondiale antidoping (Wada) per le sue similitudini con l’Epo, una sostanza che aumenta i globuli rossi nel sangue.
Oltre alla positività al Roxadustat, Halep ha affrontato ulteriori complicazioni a causa di anomalie nel suo passaporto biologico, un metodo utilizzato per monitorare indirettamente il doping ematico. Sebbene questo metodo sia ampiamente utilizzato in sport di resistenza come atletica e ciclismo, nel tennis è stato introdotto solo nel 2013. Gli esperti dell’ITIA hanno notato variazioni nel profilo di Halep che suggeriscono un uso continuativo di sostanze dopanti.
La difesa di Halep
Simona Halep ha dichiarato di aver assunto involontariamente il Roxadustat attraverso un integratore contaminato. Tuttavia, gli esperti sono scettici riguardo alla presenza di un principio attivo recentemente brevettato e costoso in un semplice integratore alimentare. Nonostante ciò, Halep ha annunciato un ricorso al Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna, sperando di ridurre la durata della sua squalifica.
La squalifica di Simona Halep ha sollevato molte domande sulla trasparenza e l’integrità nel tennis. Mentre il mondo attende l’esito dell’appello di Halep, la comunità tennistica riflette sulla necessità di rafforzare le misure antidoping per proteggere lo sport.
